Oramai vecchio, il Beato Matteo Carreri, decise che era giunto il momento di tornare a casa per morire sereno tra i suoi famigliari.
Così, si fece portare a Mantova da una sua sorella. Giuntovi di notte, bussò alla porta, ma la sorella, non aprì la porta. Quando gridò, “sono Matteo, aprimi”, la sorella rispose: “Che Matteo? Che Matteo?… Torna domattina che forse ti apriremo”
Allora, il futuro Beato, deluso e oramai stanco, andò alla Chiesa della città, e con un dito scrisse sulla porta: “Rustica progenie, sarai perseguitata dagli scorpioni”, poi si rimise in cammino e tornò al convento di Vigevano, dove morì nel 1470.
Giunta la notizia della sua Morta a Mantova, la sorella accorse a Vigevano. Davanti al feretro, pose la mano vicino a quella di Matteo e proprio in quel momento, il dito con cui aveva scritto la maledizione, si staccò e appiccicò alla mano della sorella!
Questa leggenda, viene ricordata ancora oggi, perché nello stesso giorno della Festa di Vigevano, in cui si ricorda il Beato, a Mantova celebravano un altra festa: quella del dito!
Rubrica curata da Simone Tabarini di storiedellalomellina.altervista.org