È tornato sulla scena un piccolo successo milanese prodotto da Elsinor, un divertente non-musical su una tragedia moderna: cioè la vita al supermarket, esperienza sublime e apocalittica per casalinghe ma non solo. (…) Cantando serissimi sul costo dll’Asiago o dell’aloe, si parla di noi. E l’effetto parodia è garantito.
A. Bandettini La Repubblica
Supermarket – A modern musical tragedy è uno spettacolo fuori dal comune, pieno di canzoni originali, di situazioni surreali, di risate e di poesia. A tratti senza parole. Perché quello che succede dentro a un supermercato lascia proprio così.
Supermarket è un “non-musical” costruito con nove attori e una partitura sonora di canzoni originali, a cui si aggiungono un sound design costruito con suoni e rumori ripresi in un vero supermercato e una serie di annunci ad hoc con una drammaturgia originale. E mentre quello che esce dagli altoparlanti incanta e ipnotizza, tra gli scaffali del supermercato si compie il rito del “procacciarsi il cibo”. Come i membri di una tribù, cerchiamo di proteggere i nostri cari affrontando sfide, pericoli, avversità… tutto per riuscire a riempire il carrello della spesa, per riuscire ad avere le scorte per superare l’inverno, il mese, la settimana. Strutturato come una tragi-commedia, Supermarket inizia con un prologo surreale, per dare poi spazio all’entrata in scena del coro di personaggi. Un avvicendarsi di situazioni comiche trasforma in grottesco disavventure comuni a chi si trova abitualmente a fare la spesa: dall’attesa del proprio turno al banco gastronomia fino al litigio per la coda alla cassa.
Al centro del racconto ci sono le persone, con i loro stati d’animo, i loro sentimenti e i loro pensieri. E con una vita che li aspetta fuori, appena superate le casse. Persone bizzarre che incontriamo ogni volta che andiamo a fare la spesa. E quelle persone bizzarre, per gli altri, siamo noi.
Dopo aver visto Supermarket non sarà più possibile andare a fare la spesa senza scoppiare a ridere, senza pensare di trovarsi dentro a uno spettacolo comico, a una coreografia di massa, a un musical fuori dal tempo… senza sentirsi protagonisti di uno spettacolo esilarante.