Il Rumore della Memoria
Shoah: parole e visioni per ricordare…
Nomi e storie dei collaboranti italiani nell’aiuto ai prigionieri alleati fuggiti dai campi di lavoro – settembre 1943 aprile 1945
• Incontro con l’autore, Giuseppe Zucca
A cura del GdL Bibliosofia, della Biblioteca Civica Vigevano e della Società Storica Vigevanese
• Incontro con l’autore, Giuseppe Zucca
A cura del GdL Bibliosofia, della Biblioteca Civica Vigevano e della Società Storica Vigevanese
Giuseppe Zucca, preside a riposo, appassionato di ricerche storiche relative al nostro territorio ed autore di varie pubblicazioni sulla storia della Lomellina, ha recentemente pubblicato “I GIUSTI DI LOMELLINA – Nomi e storie dei collaboranti italiani nell’aiuto ai prigionieri alleati fuggiti dai campi di lavoro – settembre 1943 aprile 1945”
Il libro, che costituisce la continuazione del precedente “Campo di lavoro 146 – Prigionieri di guerra in Lomellina”, è il frutto di una lunga ricerca negli archivi comunali e non solo e ha portato alla scoperta di oltre 500 nomi di uomini e donne che, correndo mortali pericoli, prestarono soccorso a centinaia di prigionieri evasi dai campi di lavoro presenti in molti dei nostri paesi in nome di alti ideali quali la solidarietà e l’aiuto a chi si trova in difficoltà
Questi nomi, suddivisi in oltre 30 Comuni lomellini, sono accompagnati da molte storie in gran parte inedite, raccolte grazie alle testimonianze dai diretti interessati o dei loro famigliari.
Per rintracciare nei vari paesi della Lomellina i nomi di quelle persone che si impegnarono nell’aiuto ai prigionieri evasi, l’autore ha ricercato negli archivi comunali gli elenchi, trasmessi dall’Allied Screening Commission, di coloro che ricevettero l’attestato di riconoscenza, il cosiddetto “attestato Alexander”, per aver potuto documentare l’aiuto fornito agli evasi alleati.
“Non c’è alcun dubbio che la nostra gente ha sicuramente salvato dalla morte molte persone, parecchie di loro peraltro di religione ebraica, li ha protetti e difesi anche a costo della propria vita e quindi credo che a loro spetti il titolo che abbiamo loro attribuito di Giusti di Lomellina”.
Il libro, che costituisce la continuazione del precedente “Campo di lavoro 146 – Prigionieri di guerra in Lomellina”, è il frutto di una lunga ricerca negli archivi comunali e non solo e ha portato alla scoperta di oltre 500 nomi di uomini e donne che, correndo mortali pericoli, prestarono soccorso a centinaia di prigionieri evasi dai campi di lavoro presenti in molti dei nostri paesi in nome di alti ideali quali la solidarietà e l’aiuto a chi si trova in difficoltà
Questi nomi, suddivisi in oltre 30 Comuni lomellini, sono accompagnati da molte storie in gran parte inedite, raccolte grazie alle testimonianze dai diretti interessati o dei loro famigliari.
Per rintracciare nei vari paesi della Lomellina i nomi di quelle persone che si impegnarono nell’aiuto ai prigionieri evasi, l’autore ha ricercato negli archivi comunali gli elenchi, trasmessi dall’Allied Screening Commission, di coloro che ricevettero l’attestato di riconoscenza, il cosiddetto “attestato Alexander”, per aver potuto documentare l’aiuto fornito agli evasi alleati.
“Non c’è alcun dubbio che la nostra gente ha sicuramente salvato dalla morte molte persone, parecchie di loro peraltro di religione ebraica, li ha protetti e difesi anche a costo della propria vita e quindi credo che a loro spetti il titolo che abbiamo loro attribuito di Giusti di Lomellina”.
L’evento fa parte del ciclo di incontri “Il rumore della memoria” promosso da ReteCultura
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