Ludovico Maria Sforza detto “il Moro” (1452-1508) fu un personaggio di primo piano nella politica e nella cultura del suo tempo. La scalata al potere dello Sforza, la sua personalità e i suoi progetti in campo culturale e artistico sono all’origine dello splendore della corte milanese a fine Quattrocento. Da cadetto destinato a un profilo politico minore, divenne il settimo duca di Milano grazie a una strategia abile, paziente e talvolta spregiudicata, rimuovendo insidie e ostacoli provenienti da molti avversari e nemici.
Tra coloro che cercarono di chiudere la strada alle sue ambizioni, l’ultimo e fatale fu Luigi di Orléans, che nel 1495 lo contrastò in Lombardia e nel 1500, diventato re di Francia, lo sconfisse e lo relegò in una prigione presso Tours, dove restò fino alla fine dei suoi giorni.
L’autrice, Nadia Covini, insegna Storia medievale all’Università degli Studi di Milano. Ha dedicato vari studi alle istituzioni del Rinascimento lombardo, dai Visconti agli Sforza. Tra le sue più recenti pubblicazioni, Potere, ricchezza e distinzione a Milano nel Quattrocento. Nuove ricerche su Cicco Simonetta (2018); Donne, emozioni e potere alla corte degli Sforza. Da Bianca Maria a Cecilia Gallerani (2012); «La balanza drita». Pratiche di governo, leggi e ordinamenti nel ducato sforzesco (2007).
L’evento è organizzato dalla Società Storica Vigevanese in collaborazione con il Comune di Vigevano, l’Archivio Storico Comunale Vigevano, Retecultura Vigevano e Astrolabio