Isabella Morra, Nadia Anjuman, Antonia Pozzi
Sono tre donne lontane nel tempo e nello spazio, una sola cifra: la Poesia
Relatrice: Antonella Ricciuti – Legge: Marcella De Feo
Relatrice: Antonella Ricciuti – Legge: Marcella De Feo
Isabella Morra, Nadia Anjuman, Antonia Pozzi:
tre donne che sentivano costantemente la necessità di esprimersi in versi, si sentivano “realizzate” mediante la Poesia;
tre poetesse il cui talento non venne riconosciuto mentre erano in vita, ma solo dopo la loro morte, avvenuta, per tutte e tre, in modo violento in giovanissima età, tra i 25 e i 26 anni.
La prima, Isabella Morra, nata e vissuta in un paesino della Basilicata, fu uccisa dai fratelli per “delitto d’onore”; fu riscoperta, dopo quattro secoli, da Benedetto Croce che la consacrò come una delle voci più autentiche della poesia femminile italiana del XVI secolo.
La seconda, Nadia Anjuman, nata e cresciuta nell’ambiente chiuso dell’Afghanistan dei talebani, morì per le percosse del marito; ancora in vita ebbe già una certa notorietà non solo in Afghanistan.
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