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Battistero di San Giovanni ad Fontes di Lomello

  • Indirizzo
    Battistero di S. Giovanni, Via Castrovecchio - Lomello (PV)
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  • Descrizione

    Il Battistero di San Giovanni ad Fontes è, senza dubbio, il monumento più antico e più prezioso di Lomello.

    È un edificio a forma di croce, della lunghezza, sull’asse est-ovest di 16 metri circa; di larghezza, sull’asse nord-sud, di 13 metri circa. È alto 13 metri. Ha un tamburo ottagono nel quale si aprono otto finestre a montanti diritti, con arco a tutto sesto, affiancate da due nicchie rettangolari, delimitate, in alto, da un angolo i cui lati sono messi in evidenza da due mattoni in rilievo. Al piano del davanzale delle finestre corre una cornice di mattoni orizzontali dentellati; una cornice simile, ad incastro, tra due corsi di mattoni sporgenti, e costituita da denti di sega, trovasi sotto la gronda dell’edificio.

    Al culmine del tetto si eleva un piccolo tiburio, a due piani, ornato da monòfore sormontate da bifore. Richiama i motivi che si notano sul fianco della basilica e può essere stato costruito su finire del sec.X.

    La muratura esterna della parte inferiore del Battistero è costituita da mattoni sesquipedali (latino, “sesquipedalis”, letteralmente 1 piede e mezzo) e pare risalire al V-VI secolo. La muratura della parte superiore è più tarda e rivela laterizi più piccoli e più scadenti, ma comunque riconducibili a epoca paleocristiana.

    Posto a sud della Basilica di S. Maria, distante da essa circa 4 metri, è orientato, come la basilica stessa, da oriente a occidente.

    Presenta due porte d’ingresso: una a occidente considerata principale e larga quanto il braccio; una minore, a settentrione, che rende spedito l’ingresso alla basilica. I bracci della croce sono raccordati da grandi nicchie a ferro di cavallo. Guardando la pianta del battistero, si rileva che i bracci della croce non sono uguali. Così le nicchie a ferro di cavallo non sono uguali, quella di sud est è minore delle altre. La presenza dell’arco a ferro di cavallo è senza dubbio un influsso orientale (così G. Chierici e E Soliani Raschini). Lomello infatti, era posto su strade di grande comunicazione ed era aperto a influssi artistici, indubbiamente a quello bizantino, ed a varie altre tendenze venutegli dalle popolazioni barbare.

    Le nicchie rettangolari hanno la volta a botte.

    Il braccio orientale, di dimensioni maggiori degli altri, funge da abside. Il centro architettonico del battistero è costituito da un ottagono, sul quale si imposta la cupola.

    L’interno del Battistero, completamente intonacato dopo il restauro, presta il fianco a varie critiche. Secondo il parere di parecchi studiosi, il soprintendente prof. Chierici, avrebbe dovuto mantenere visibili le murature interne. Testimoni al tempo dei restauri hanno confermato che gran parte delle pareti interne presentavano un intonaco primitivo.

    Per quanto riguarda la cupola, emisferica e a otto spicchi triangolari, la dott. Fabrizia Soliani Raschini afferma che essa fu costruita con materiale di recupero (cocci, embrici, ecc.), probabilmente nel sec. X.

    Al centro, di grande rilevanza, il fonte battesimale datato ai sec. VII-VIII, in epoca longobarda, a forma di esagono irregolare con l’asse centrale spostato rispetto a quello dell’ottagono. Secondo Chierici denota la volontà nel costruttore di orientare con precisione il fonte a oriente.

    La forma ad esagono appariva raramente nell’arca occidentale, mentre era tipica nelle regioni di Aquileia e dell’Istria.

    La vasca ha il parapetto in muratura intonacata. Nel lato sud c’è il gradino di accesso al fonte, usato, sempre secondo il Chierici, “non già per immergersi nell’acqua lustrale, che non vi venne mai immessa, come provano le pitture delle pareti, ma per ripetere la forma di una cerimonia tradizionale”. Sul lato est, al centro, un pozzetto alto cm 60.

    Lo studio del fonte, eseguito direttamente sul manufatto, ha permesso a F. Soliani Raschini di mettere in luce alcuni particolari, di cui la critica non ha mai tenuto conto. Anzitutto il parapetto: la struttura muraria presenta una disposizione disor dinata del materiale nell’esecuzione del lavoro. Il materiale è tutto di recupero. Il pozzetto sembra aggiunto in epoca posteriore.

    La risega (rientranza dovuta a una interruzione brusca dello spessore in una struttura muraria), invece, si presenta di ottima fattura e perfetta nelle misure dei lati. La studiosa, sulla testimonianza dei sigg. Gambini e Cattaneo, sostiene che, sotto il piano di base del pavimento del Battistero, fu trovato il canale di scolo delle acque, la cui presenza fu negata dal Chierici e da quasi tutti gli studiosi. Il canale era costituito da una tubazione a spigolo quadrangolare, formata da due mattoni scavati e ravvicinati, di 20 cm di lato, e si dirigeva dal pozzetto del fonte verso la nicchia di sud est. La presenza di questo canale è un segno di come la vasca funzionasse, in un primo tempo per il battesimo ad immersione.

    La più importante scoperta, fatta dalla Soliani Raschini, è, senza dubbio, il rinve nimento di una risega 50 centimetri circa sotto quella precedentemente descritta, della larghezza approssimativa di circa 15 cm. e della profondità di cm 50. Un tempo doveva essere allo scoperto e rivestita di lastre di marmo, come tutto il fonte, dando così origine ad una vasca predisposta per il battesimo ad immersione. Rovinatosi il parapetto di marmo, si ignora il motivo, venne rifatto con le pareti intonacate ed affrescate, dato che l’acqua non veniva più immessa nella vasca, e si costruì il pozzetto, adatto al battesimo per aspersione.

    Sul pozzetto, con bordi a color rosso vivace, vi è una croce rossa su fondo grigio, attraversata dalla scritta: “Piscina”.

    Le parti interne del parapetto sono decorate a losanghe rosse e fasce grigio azzurre, motivi geometrici prossimi a quelli di basiliche bizantine (si veda Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna). Attraverso le losanghe è rimasta una iscrizione “in Re…”.

    Nel braccio sud del Battistero, sulle pareti, si nota un panneggio grigio con croci greche rosse inserite in circoli e losanghe.

    Nella nicchia semicircolare di sud est, resti della pavimentazione ad “opus sectìle” (esagoni e rombi connessi in modo irregolare). Sistema in uso nella tarda antichità romana e nel primo medioevo.

    Il nostro Battistero ha offerto moltissime difficoltà agli studiosi, per la quasi completa mancanza di documenti e di notizie storiche. Il Battistero di Lomello si stacca dalle caratteristiche degli altri esempi di edifici battisteriali esistenti, tutti simmetrici.

    Esso ha una evidente asimmetria delle nicchie che determinano una pianta a croce latina accorciata. Questo per la parte inferiore, mentre nella parte superiore, con perfetta simmetria ascensionale rispetto al suo asse, si eleva il corpo ottagonale. Nella struttura occorre considerare che le condizioni statiche sono tuttora perfette; lo spessore dei muri è costante. Se si considera l’altezza dell’edificio (13 metri circa), si deve concludere che vi è una ripartizione di carichi di estrema esattezza. Per quanto riguarda la datazione del Battistero gli studiosi non sono molto concor di. Noi ci limitiamo a riportare le due principali datazioni: secolo V- secolo VIII, anche perché, l’esame degli elementi costitutivi del Battistero, non esclude tale datazione. Dobbiamo però precisare che, in mancanza di nuovi scavi, è estrema mente difficile esprimere un giudizio definitivo circa il Battistero, che costituisce veramente, insieme con la sua vasca battesimale, un complesso unico nel suo genere.

    Accenniamo a qualche notizia che ci perviene da varie fonti.

    Nel 1311, con istrumento datato 9 giugno, Ebolo da Lomello, con il consenso del prevosto Gualtiero Bottigella e del Capitolo, eresse una cappellanìa all’altare dedi cato a Giovanni Battista, con l’obbligo di una messa settimanale, che, nel 1659, divenne trisettimanale, con l’obbligo della residenza canonicale. Come fosse allora il battistero non ci è dato saperlo.

    Nella visita pastorale del 1576 vi era il “fons lapideus”, con i gradini per discen dervi. Questa notizia è presa dall’archivio della Curia di Pavia.

    Nel 1875, Parroco Precerutti, s’interrò un fonte quadrato di marmo, per alzare il pavimento e togliere i gradini; si pose ad oriente il nuovo altare; e si destinò il Battistero a sede della Compagnia delle Figlie di Maria. Per rendere più comodo l’accesso, il piano fu rialzato di m. 1,10, e fu ricoperto con mattonelle di cotto; fu pure tinteggiato l’interno.

    Nessuno però si accorse dell’importanza del monumento. Solo alla fine del 1800 gli studiosi presero ad interessarsi del Battistero, sia per gli scavi condotti nelle adiacenze dal G. Ponte, sia per un piccolo accenno fatto da A.K. Porter.

    Nel 1939 il Parroco ed il Comune presero concrete iniziative per arrivare al restauro del Battistero e della Chiesa di S. Maria. Furono interessati la Soprintendenza per la Lombardia, il Vescovo mons. Bargiggia, la prefettura, e, attraverso essa, il Ministro della Educazione nazionale, Giuseppe Bottai, che venne a Lomello, per vedere il da farsi.

    Il ministro, impressionato dal complesso monumentale, soprattutto la chiesa, ne ordinò il restauro.

    Riportiamo alcune frasi dette dal Soprintendente prof. Gino Chierici, che ci sem brano molto significative. “Quando il ministro andò a Lomello, il Battistero mùtilo, infossato, fuso con una catapecchia che gli sorgeva a ridosso, avvolto da un intonaco grigio e uniforme, deturpato da grandi finestre aperte chi sa quando, non prometteva nulla di straordinario. Fu davanti alla Chiesa, dove i pilastri e gli archi sanguigni delle prime campate delle volte e del tetto, formano un grandioso pronào del tempio, che il Ministro ebbe la rivelazione dell’altissimo significato storico e artistico dei due edifici e ne ordinò il restauro. I lavori ebbero dapprima due obbiettivi immediati: consolidare gli avanzi esterni della chiesa e isolare il battiste ro. Con l’isolamento, (comprando le casupole che lo soffocavano e abbattendole) si eseguirono ricerche che diedero risultati sorprendenti; anzitutto l’organismo architettonico apparve ben diverso da quanto si credeva, assai più complesso ed originale e di stupende proporzioni; si trovò l’antico pavimento circa due metri sotto quello esistente. Man mano che i lavori procedevano, altri elementi uscivano alla luce ed alcuni preziosissimi, come i resti della vasca battesimale con tracce di decorazione policroma; qualche resto di pittura murale che poteva servire a docu mentare l’età della fabbrica. Centomila lire stanziate dal Ministero dell’Educazione Nazionale, centomila dal Comune, centomila dal Parroco, che rappresentano uno sforzo magnifico dovuto a un profondo senso di comprensione, ad un caldo amore per la propria terra…

    I lavori incominciarono il 16 maggio 1940, sotto la direzione del prof. Gino Chierici, già citato, con l’assistenza dell’ing. Luigi Comi, impresa edile Stefano Cattaneo, e furono portati avanti con estrema cautela, ma anche con grande deter minazione. Oltre le scoperte già descritte, furono trovate, intorno all’edificio molte tombe a tenda di epoca tardo romana ed altre più recenti, frammenti di cotti, ceramiche ecc., risalenti a età medievale (XI-XII secolo), qualche moneta ed altri oggetti.

    I lavori proseguirono alacri e, il 6 dicembre 1941, si ebbe la solenne inaugurazione del Battistero. Lomello era in festa e in febbrile attesa. Si attendeva l’arrivo del ministro Bottai, che doveva procedere alla inaugurazione ufficiale. Intanto giunge va il Vescovo Giovanni Bargiggia, accompagnato dal capitolo e da altri esponenti religiosi. Il ministro giungeva dopo le dieci, si recava in piazza, dove era atteso da rappresentanze ufficiali e dalla folla e si dirigeva subito al Battistero, nel quale si svolse, solenne e suggestiva, la cerimonia religiosa della benedizione, officiata dal Vescovo, alla presenza anche delle civili autorità. Al termine, il Ministro ed il Vescovo, apponevano le loro firme sulla pergamena, che rimarrà a ricordare che il 6 dicembre 1941 “si è solennemente inaugurato il Battistero di Lomello che, dopo dodici secoli, torna ad essere quale lo concepirono e lo vollero gli avi, culla della cristianità nell’opulenta terra di Lomellina”.

    Il restauro fu compiuto durante la cura spirituale di don Carlo Mirabelli, essendo podestà Francesco Magenta, commissario prefettizio Vittorio Bacchella, federale Nai Savino. La pergamena ricorda ancora che i lavori vennero diretti dal Soprin tendente ai monumenti per la Lombardia, prof. Gino Chierici, che ebbe per colla boratore l’ing. Luigi Comi.

    Il Battistero di Lomello fa parte dei “Battisteri lombardi”, eretti secondo i canoni della scuola architettonica tardo romana di Milano, sviluppatasi fra il IV e il V secolo. Questa scuola fiori, in gran parte, per volontà di Sant’Ambrogio, vescovo di Milano.

    Gli edifici battesimali di questo periodo hanno una pianta ottagonale con nicchie. Si citano alcuni battisteri che hanno analogie o differenze con quello di Lomello: Battistero Neoniano, o degli ortodossi (V sec.) e Battistero degli ariani (VI sec.) entrambi a Ravenna; San Giovanni ad Fontes (IV sec.) in Milano; quello di San Ponzo Canavese in Piemonte (VI secolo); Albenga (IV-V sec.); Chieri (V sec.); San Giovanni in Atrio a Corno ed il Battistero di Novara datato alla metà del V secolo. La pianta ottagonale del Battistero può essere ricondotta a ragioni simboliche. Il numero otto rappresenta per alcuni studiosi le otto Beatitudini, mentre per altri rappresenta il simbolo della Resurrezione, ricordando l’avvicinamento ideologico che era maturato nella Chiesa fra Morte, Battesimo e Resurrezione. I Battisteri sorti nella giurisdizione ecclesiastica milanese sono derivati dalla forma dei mausolei romani. Sant’Ambrogio nel sec. IV d.C., in un suo epigramma esalta l’idea di: “fare sorgere l’aula del Sacro Battesimo” ottagonale in memoria del giorno della Resur rezione di Cristo (cioè l’ottavo giorno).

    Fu S. Ambrogio a dare al luogo del Battesimo l’aspetto dell’edificio sepolcrale più nobile del mondo antico, nel quale erano sepolti personaggi illustri, ad esempio gli imperatori (si pensi al mausoleo di Diocleziano a Spalato). Non era cosa strana per i fedeli del tempo del Santo, entrare per il Battesimo in un edificio che aveva la forma della tomba, mutata nella sede della Resurrezione.

    La forma architettonica adottata da S. Ambrogio s’impose, fu largamente accettata e continuò ad essere applicata per diversi secoli sebbene con alcune variazioni di pianta e di elevazione.

    Nel fonte battesimale del Battistero di Lomello è importante ed illuminante la frase che si sviluppa dalle lettere: “IN RE…”: “Nisi quis renatus fuerit ex aqua et Spiritu Sancto non potest introire in regnum Dei”. “Se uno non è nato dall’acqua e dallo Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio” (Gesù a Nicodemo nel Vangelo di Giovanni cap. 3,5). La forma irregolare esagonale del Fonte è senza dubbio un sistema costruttivo orientale con influsso diretto di Aquileia, dell’Istria e di Ravenna, territori a lungo soggetti all’Impero Romano d’oriente, o “bizantino”. Potrebbe essere collegata ai sei giorni della Creazione; oppure, poichè Gesù Cristo morì il venerdì, sesto giorno della settimana, potrebbe alludere alla Morte del Cristo; e la morte, intesa come morte al peccato, è una premessa indispensabile alla rinascita operata dal Battesimo.

     

    Orario Visite: il complesso di Santa Maria Maggiore è aperto (da aprile a ottobre) il sabato, la domenica e i giorni festivi, dalle 15 alle 18

     

    Fonte: Comune di Lomello

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