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Eventi a Vigevano

Ultimo weekend di gennaio o primo di febbraio!?!?!?!

Buongiorno, buonasera e  – anche se in molti dicono non abbia fatto il solito freddo dei “giorni della merla” – buon freddo a tutti.

Per prima cosa segnaliamo gli incontri organizzati In occasione della rassegna

IL RUMORE DELLA MEMORIA Shoah: parole e visioni per ricordare…

Giovedì alle 21, al Ridotto del Teatro Cagnoni, (Corso Vittorio Emanuele II) incontreremo Giovanni Tesio che racconterà “Voci poetiche sulla Shoah”. «Dopo Auschwitz scrivere ancora poesie è barbaro» è la frase del filosofo Adorno che ha suscitato tante polemiche ma anche stimolato a riscoprire le voci poetiche più intense della Shoah, per la prima volta qui riunite in un’antologia internazionale. Emerge soprattutto il loro valore di testimonianza, di presa diretta e di riflessione, che non attenua l’importanza anche estetica dei testi di Paul Celan o Nelly Sachs, di Dietrich Bonhoeffer o Mario Luzi, fino ad Antonella Anedda ed Erri de Luca. Un libro che scuote le coscienze con la forza della poesia: per non dimenticare che, come ha scritto Primo Levi nella Tregua, «guerra è sempre».

Venerdì alle 10, all’interno Auditorium San Dionigi (Piazza Martiri della Liberazione) la Biblioteca Mastronarsi propone “Primo Levi, ancora qualcosa da dire”, conversazioni e letture tra biografia e invenzione con Giovanni Tesio. “Un volume che fa il punto su Primo Levi e la Shoah lasciando parlare lo scrittore grazie a una serie di interviste raccolte da Giovanni Tesio e a documenti d’archivio, tra cui autografi e fotografie. Un ritorno a Levi per appassionati lettori ma anche per insegnanti che vogliono approfondire con i propri studenti la figura di uno scrittore centrale per comprendere gli orrori della guerra e il Novecento, senza dimenticare che «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo».”

Sabato, alle 17, sempre in San Dionigi si terrà “La memoria non si insegna, si protegge” un incontro che vedrà gli interventi di Don Mauro Bertoglio, Laura Pasquino e Salvatore Poleo con

Accompagnamento musicale di Greta Cattaneo e letture di Mariateresa Bocca. L’evento è organizzato dal Rotary Club Mede Vigevano e  dall’Associazione Culturale Libellula

Domenica, alle 17, al ridotto teatro Cagnoni potremo ascoltare “Un valzer per Rosie”, un concerto multimediale dell’Accademia Viscontea. Si tratta di un incontro per non dimenticare la più grande tragedia del XX secolo attraverso l’insolito sguardo della musica. Oltre alle esecuzioni musicali, racconti, immagini e filmati riveleranno curiosi e inediti aspetti della politica culturale delle dittature nazi-fasciste e degli orrori dei campi di concentramento.

Passiamo poi al vero e proprio weekend e quindi:

Giovedì

Questa sera, per esempio, ci sarà un nuovo incontro con La Catechesi del Vescovo, dal titolo “Il bisogno e il desiderio di vivere bene….La Tradizione”. Questo sarà il quarto dei cinque incontri di catechesi con sua con sua Eccellenza Monsignor Maurizio Gervasoni, Vescovo di Vigevano

L’evento è ad ingresso libero ed organizzato dalla Diocesi di Vigevano in collaborazione con Fondazione Piacenza e Vigevano.

Venerdì

Venerdì e sabato, alle 20.45, sul palco del Teatro Cagnoni A.Gi.Di presenterà “Ho perso il filo”
spettacolo di Angela Finocchiaro, Walter Fontana, Cristina Pezzoli dietro alle regia di Cristina Pezzoli. Sarà una commedia, una danza, un gioco, una festa: in scena vedremo un’Angela Finocchiaro inedita, che si mette alla prova in modo sorprendente con linguaggi espressivi mai affrontati prima, per raccontarci con la sua stralunata comicità e ironia un’avventura straordinaria, emozionante e divertente al tempo stesso: quella di un’eroina pasticciona e anticonvenzionale che parte per un viaggio, si perde, tentenna ma poi combatte fino all’ultimo il suo spaventoso Minotauro. Angela si presenta in scena come un’attrice stufa dei soliti ruoli: oggi sarà Teseo, il mitico eroe che si infila nei meandri del Labirinto per combattere il terribile Minotauro. Affida agli spettatori un gomitolo enorme da cui dipende la sua vita e parte. Una volta entrata nel labirinto, però, niente va come previsto. Viene assalita da strane Creature, un misto tra acrobati, danzatori e spiriti dispettosi, che la circondano, la disarmano, la frullano come fosse un frappè, e soprattutto tagliano il filo che le assicurava la via del ritorno. Disorientata, isolata, impaurita, Angela scopre di essere finita in un luogo magico ed eccentrico, un Labirinto, che si esprime con scritte e disegni: ora che ha perso il filo, il Labirinto le lancia un gioco, allegro e crudele per farglielo ritrovare. Passo dopo passo, una tappa dopo l’altra, superando trabocchetti e prove di coraggio, con il pericolo incombente di un Minotauro affamato di carne umana, Angela viene costretta a svelare ansie, paure, ipocrisie che sono sue come del mondo di oggi e a riscoprire il senso di parole come coraggio e altruismo. Alla sua maniera naturalmente, come quando – di fronte ai ragazzi ateniesi che la implorano di salvarli dal Mostro che li sta già sgranocchiando – promette firme e impegno sui social; o come quando è sottoposta a una sfida paradossale dal vero Teseo, sceso di corsa dalle vette del mito, indignato perché la sua interprete difetta delle necessarie qualità eroiche; o quando deve fare del bene a una mendicante rom e decide di darle non una semplice elemosina ma di regalarle un’intera spesa: se la porta dietro al supermercato ma, siccome la mendicante la irrita ignorando i prodotti bio per fiondarsi invece su merendine industriali e insaccati carichi di conservanti, finisce per farla arrestare. Lo spettacolo vive del rapporto tra le parole comiche di un personaggio contemporaneo e la fisicità acrobatica, primitiva, arcaica delle Creature del Labirinto che agiscono, danzano, lottano con Angela provocandola come una gang di ragazzi di strada imprevedibili, spietati e seducenti. Il Labirinto è un simbolo antico di nascita – morte – rinascita. Anche Angela, dopo aver toccato il fondo, riuscirà a ritrovare il filo e con esso la forza per affrontare il Minotauro in un finale inatteso che si trasforma in una festa collettiva coinvolgente e liberatoria.

Si ride, ci si emoziona, si gode uno spettacolo che si avvale di più linguaggi espressivi grazie agli straordinari danzatori guidati dall’inventiva di Hervé Koubi, uno dei più talentuosi e affermati coreografi sulla scena internazionale e naturalmente alla capacità comica di Angela Finocchiaro di raccontare un personaggio che è molto personale e allo stesso tempo vicino al cuore di molti.

I biglietti variano dai 29 della platea e dei palchi centrali (27 il ridotto) agli 11 del loggione

Venerdì, nella Sala dell’Ottocento di Palazzo Roncalli (via del Popolo 17) si terrà il primo incontro dl ciclo “Persistenze”. Tutto nasce dall’interrogativo “Quali sono le tradizioni, ora più ora meno lontane nel tempo e nello spazio, che hanno contribuito alla costruzione dell’identità culturale europea? Quali sono gli elementi che persistono nel nostro sentire comune?” Per rispondere a questi interrogativi, da venerdì inizierà un ciclo di sei serate musicali di Diapason Bottega dei Suoni che proseguiranno una volta al mese, sempre di venerdì, fino a luglio.

Il primo incontro, che si intitola “Persistenze greco – latine” sarà un excursus sull’origine e sulla continuità della percezione “canonica” della bellezza e sugli elementi della vita di oggi che ancora evidenziano il riferimento alla classicità, influenze che esercitano un ruolo chiave sul nostro linguaggio, anche musicale. Le Serate Musicali “Persistenze”, in forma di lezione – concerto, sono a cura di Claudio Beccaria e di Michele Pellegrini e vedono la partecipazione di artisti appartenenti al gruppo professionale di “Bottega dei Suoni”, oltre che di ospiti. Sono previsti due turni: alle 18 e alle 21. In entrambi i casi è prevista la possibilità di partecipare all’apericena (opzionale) alle 20. Il contributo associativo per la singola serata è di 6 euro, che sale a 15 se con apericena. L’abbonamento alle sei serate costa 30. Dato il numero limitato di posti, è raccomandata la prenotazione allo 0381 73967.

Domenica

Domenica, alle 17, all’interno del Museo del Tesoro del Duomo (Piazza Sant’Ambrogio) si terrà la conferenza “Il vetro e le sue origini silicee” di Giovanni Borroni. L’incontro si svolge nell’ambito della mostra dell’artista Sara Forte “Silex. Astrazioni geometriche nell’era del Silicio”. L’artista milanese ha scelto il disco di silicio, materiale che fornisce moltitudini di informazioni, per creare opere tridimensionali in cui sceglie il silicio come elemento concettuale atto a raffigurare l’evoluzione della comunicazione, manufatto di testimonianza di un discorso sull’uomo, un oggetto di archeologia moderna e di sintesi della complessità del vivere postmoderno. Le sedici opere d’arte contemporanea, tutti pezzi unici, che si articolano su immagini di città felici e visionarie, figure filiformi che assumono forme oniriche che oltrepassano il reale, si potranno vedere fino al 16 febbraio al museo di Piazza Sant’Ambrogio aperto il sabato e la domenica dalle 15 alle 19. L’ingresso alla mostra è ad ad offerta, mentre quello alla conferenza di domenica è libero. Per ulteriori informazioni o per la prenotazione di visite guidate si può chiamare lo 0381.690727.

Da domenica, e fino al 16 febbraio, nei locali dell’associazione Astrolabio (via Riberia) ritorna “Ho visto un genio!”. Dopo l’edizione dello scorso anno, in occasione del 2 febbraio, l’associazione Astrolabio, in collaborazione con Spazio B, Arte in Vigevano e Rete Cultura, con il patrocinio del Comune di Vigevano, presenta “Ho visto un genio! 2″, un’esposizione di artisti contemporanei dedicata al genio Leonardo Da Vinci. Quest’anno l’esposizione si concentrerà sulla scultura e sulle installazioni artistiche. Perché il 2 febbraio? Leonardo da Vinci scrive nel Codice H che il 2 febbraio 1494 si trovava presso Vigevano, alla Sforzesca, a ritrarre la scala d’acqua di “Viglivine”. Dopo 526 anni si vuol celebrare questa data rendendo omaggio a Leonardo chiedendo ad un gruppo di artisti una loro interpretazione o visione del genio di Vinci visto come un nostro contemporaneo.

“Ho visto un genio! 2” propone una ricognizione sugli esiti e le prospettive della scultura e delle installazioni sul territorio mettendo a confronto le ricerche di quindici artisti che consapevolmente elaborano codici e linguaggi originali mettendo in atto, in ultima analisi, l’operazione più provocatoria: rinnovare ambiti e spazi creativi di una disciplina artistica ingiustamente considerata, per troppo tempo, antiquata e conseguentemente non adatta a raccontare le lacerazioni e le inquietudini della nostra epoca. Gli artisti sono: Natalina Bassani, Piero Bonomi, Achille Clerici, Emi De Paoli, Roberto Frascarolo, Carla Gioetto, Daniele Lanza, Maurizio Marioli, Pier Giuseppe Nervetti, Michele Paladino, Cristian Pironato, Angelo Penza, Michele Protti, Oronzo Russo, Tiziana Salè. L’ingresso è gratuito e l’esposizione si potrà vedere l’8, il 9 ed il 15  nonché 16 febbraio dalle 17 alle 19.30

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