Siamo in piena atmosfera natalizia ed è il momento giusto per esplorare un aspetto di Juan Caramuel che potrebbe sembrare ovvio, ma che in realtà non è stato messo in luce abbastanza: la sua fede e la sua vita di religioso. Siamo abituati a pensarlo come geniale artista e scienziato e tendiamo a dimenticare che fu per i Vigevanesi un pastore d’anime. Caramuel, al contrario, non dimenticò mai il suo ruolo di vescovo, da quando entrò a Vigevano nel settembre del 1673, nonostante la sua mente creativa lo spingesse a produrre opere letterarie, trattati scientifici e musiche armoniose. Tant’è vero che il suo primo provvedimento fu di occuparsi della preparazione dei suoi fedeli in ambito di religione, vedendo che i Vigevanesi avevano un’imperfetta conoscenza non solo della liturgia, ma anche di alcuni dogmi di fede, e, soprattutto, che questo stava creando difficoltà e incomprensioni nella vita quotidiana. I sacerdoti al servizio della diocesi non bastavano ai bisogni dei numerosi fedeli, e perciò Caramuel ebbe un’idea, ancora una volta, geniale: aiutare i sacerdoti con degli insegnanti laici, che in scuole dedicate contribuissero a diffondere nella cittadinanza i dogmi di fede e le norme di comportamento cattolici. Per ottenere questo risultato in modo più efficace, pensò di guidarli lui stesso, scrivendo un manuale che esprimesse in modo corretto e chiaro i contenuti che gli stavano a cuore.
Inoltre scelse, per comunicare più direttamente con i suoi destinatari, di scriverlo in lingua italiana, e lo diede alle stampe per la prima volta a Milano, dall’editore Antonio Malatesta, nel 1674. Il titolo completo dell’opera è lungo per le nostre abitudini, ma questo perché funge anche un po’ da sommario dei contenuti principali: Regole della congregatione, et scuole della dottrina cristiana della Città, e Diocese di Vigevano, fatte per ordine dell’Illustrissimo, e Reverendissimo Monsignor Giovanni Caramuele vescovo di Vigevano, Abbate di S. Maria d’Acqua Longa, Conte di Zeme, e Regio Consegliere.
Alcune edizioni del volumetto si trovano, in consultazione, nella Biblioteca dell’Archivio Storico della Diocesi. Leggerlo è una piacevole sorpresa: lo stile del nostro vescovo scrittore è una riuscita mescolanza di semplicità e arguzia, di eleganza retorica e forza comunicativa. Dunque, memore della promessa di Dio di donare «special gratia, & favor à quelli, che per suo serviggio in suo nome si congregano», e per spezzare il metaforico «pane» della teologia a chi lo desiderasse, Caramuel istituisce queste scuole nelle parrocchie della sua diocesi, e si preoccupa di dotarle, diremmo noi, di moderni servizi e comfort, come la possibilità di rifocillare gli “studenti” e di curarli in apposite infermerie, con almeno una persona preposta che potesse visitare chi ne aveva bisogno. Un regalo importante alle anime del suo gregge di fedeli, che è bello ricordare in questi giorni natalizi di doni soprattutto materiali.
