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Vigevano

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Storie di Lomellina

CASSOLNOVO – IL CASTELLO SCOMPARSO

Molte carte topografiche, ancora nel secolo scorso, indicavano Villareale (poco più di tre chilometri a sud-est di Cassolnovo) come “Cassolvecchio”.
In Villareale esisteva un poderoso castello che sarebbe stato la causa principale della distruzione del borgo antico.
La rocca andò completamente distrutta in seguito agli eventi bellici che, tra il 1358 e il 1360, videro Galeazzo Visconti passare con le sue armate il Ticino per riannettere al suo stato i territori – in particolare la Lomellina e il Novarese – che gli erano stati tolti dal marchese del Monferrato, Giovanni II Paleologo. Dopo acerrime vicende belliche, che videro alterne fortune per l’una e per l’altra parte in guerra, grazie alla mediazione dell’imperatore Carlo vi di Boemia, il marchese del Monferrato rinunciò a Novara. Allo Sforza non bastava certo il possesso di Novara, per cui calò con ingenti forze in Lomellina con l’intenzione di liberarla definitivamente dall’ingerenza piemontese. Per raggiungere il suo scopo, non ebbe remore nel radere al suolo borghi e rocche in cui si erano insediati i monferrini, particolarmente nell’agro novarese e nell’alta Lomellina; tra questi, inevitabilmente, figurò Cassolo, la cui distruzione, secondo gli storici citati, sarebbe stata tanto accurata, da non lasciare traccia alcuna dell’esistenza in loco di un centro abitato. Si vuole che l’unica sopravvivenza del “castello di Villareale” sia una porzione di muro, seminterrato, tuttora esistente nel perimetro del parco della villa dei conti Barbavara.

Fin qui la storia, che è però integrata da una leggenda, secondo la quale tale castello, robusto quanto ricco ed elegante, fosse stato dotato di una grande corte nobile, circondata da un portico retto da colonne in granito. II Visconti, non sprovveduto, avrebbe, secondo la tradizione, salvato dalla distruzione almeno le colonne,infatti in seguito alla distruzione di un borgo si era soliti riutilizzare il materiale edilizio per altre costruzioni. Le colonne sarebbero state trasferite a Vigevano, nell’esistente “contrada dei mercanti”, slargo che affiancava il lato nord del rilievo di terreno su cui andava sviluppandosi il castello, situato lungo un’antica strada, in cui da sempre si teneva il mercato cittadino.

Tale slargo, più di un secolo dopo (1492 – 1495), sarebbe stato utilizzato, così come è ampiamente documentato, da Ludovico il Moro come base per l’apertura della nuova Piazza Ducale. La leggenda aggiunge che, ovviamente, non tutte le colonne della piazza ludoviciana provengono dal distrutto castello di Cassolvecchio, poiché sarebbe poco credibile che il cortile di un castello,forse poderoso ma comunque secondario, potesse disporre di ben ottantaquattro colonne granitiche, ma è possibile che alcune colonne della Piazza Ducale e direi quelle più antiche, visibili ad esempio all’interno del Caffè Commercio, provengano in parte dal Castello di Cassolvecchio (o Villareale che dir si voglia).

Un’ altra leggenda narra di un sotterraneo che avrebbe collegato il castello di Villanova con lo scomparso castello di Villareale. Un percorso lunghissimo, di difficoltà tecnico-costruttive notevoli, data la natura del terreno interessato, attraversato anche da un torrente – il Terdoppio – e ricco di risorgive.

Rubrica curata da Simone Tabarini di storiedellalomellina.altervista.org

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