Un bestiario, o “bestiarium”, è una particolare tipologia di testo che racchiude e cataloga la descrizione di animali reali e non, diffuso soprattutto nel Medioevo; si tratta di una categoria di libri, con dettagliate descrizioni delle creature, accompagnate da particolari e raffinate illustrazioni sul fondo della pagina.
Il documento che nello specifico andremo ad analizzare oggi è il “De animantium naturis” di Pier Candido Decembrio datato 1460. Testo dedicato al marchese di Mantova, Ludovico Gonzaga, il quale si premurò di scrivere di suo pugno allo stesso autore per pregarlo di far copiare il suo interessantissimo testo lasciando spazio per le fini illustrazioni, molto probabilmente eseguite proprio a Mantova, aggiunte solo dopo nel XVI secolo, degli animali da lui descritti.
Tra le bestie descritte da Decembrio troviamo sia le mitologiche come ad esempio l’unicorno, il pegaso e la manticora, che popolano i racconti di viaggiatori dell’epoca, sia una precisa descrizione di animali comuni come i volatili o i canidi e una parte dedicata anche agli insetti.
L’Archivio Storico Comunale di Vigevano possiede una dettagliata copia, in tiratura limitata, dell’originale – conservato presso la Biblioteca Vaticana- , con in allegato il volume di commento.
L’autore del documento, Pier Candido Decembrio, nasce a Pavia da genitori vigevanesi e segue le orme del padre Umberto, formandosi nelle belle lettere e nelle arti liberali. Grazie anche a contatti con alcuni tra i principali esponenti dell’umanesimo lombardo diviene una figura di spicco tra le corti più importanti del rinascimento italiano, lavorando per svariate Signorie tra cui quella Viscontea.
I testi di Decembrio sono importanti non solo per la dettagliata ricerca nella descrizione dell’animale ma anche per alcuni passaggi, nei quali basandosi su esperienze personali, racconta particolari di alcuni animali descritti nelle pagine del volume. Un esempio sono i delfini osservati lungo il viaggio per mare da Rimini a Ravenna, che fiancheggiando la nave su cui lui era a bordo, temeva che potessero affondarla e procurare disagi lungo il tragitto.
Il volume in questione è un codice pergamenaceo, composto da 232 fogli cuciti insieme e rientra nei testi che trattano di zoologia, tema considerato molto importante per l’uomo medievale, il quale vedeva nella natura stessa importanti similitudini con la religione cristiana.
Era comune infatti nella rappresentazione degli animali presenti nel testo, dare loro un significato didattico-moraleggiante: le immagini oltre ad impressionare chi le osservava, per l’uomo del Medioevo avevano il compito di insegnare ad essere dei buoni cristiani. Le immagini e i testi non si riferivano solamente ai comportamenti dell’animale ma anche all’aspetto, ai rapporti con le altre specie, compresa quella umana.
Ad esempio la figura del leone, ai tempi era ritenuto capace di dormire ad occhi aperti e proprio per questa credenza in molti bestiari era il simbolo della vigilanza. Ciò spiega il perché dell’utilizzo della figura del leone come “guardiano” alle porte delle chiese e anche l’associazione con la figura di Dio Padre; come il leone era il Re degli Animali, nello stesso modo Dio aveva la piena autorità sugli uomini.
Altro esempio di animale simbolico era l’unicorno, il quale nel nostro volume viene rappresentato non solo come un nobile equino ma a volte anche come mulo o asino, con svariati tipi di corni. Era il simbolo di un animale indomabile, se non da una donna vergine in grado di proteggerlo dalla cattiveria umana lasciandolo riposare sul suo grembo. Non a caso questa figura mitologica veniva associata alla figura di Cristo nato dal grembo della Vergine Maria.
Testi consultati per la stesura di questo articolo (consultabili presso la nostra struttura)
Società Storica Vigevanese, Animalia Prodigiosa, Arkè Edizioni, anno 2001
C. M. Pyle, traduzione dall’inglese di C. Muschio, il Libro degli Animali di P.C. Decembrio ,volume di commento all’edizione in facsimile del codice Urb. Lat. 276, Jaca Book Codici, anno 1984
Rubrica curata dall’Archivio Storico di Vigevano