Il colera è una malattia infettiva di origine asiatica che fece la sua comparsa in Europa agli inizi dell’ Ottocento diffondendosi ben presto in tutto il Globo. La malattia dopo un periodo di incubazione che va da 1 a 5 giorni si manifesta con dissenteria improvvisa e intensa seguita da vomito che ne aggrava la disidratazione, se non si interviene con una cura reidratante si ha uno shock irreversibile a cui segue la morte.
Una prima epidemia in Italia si registrò già nel 1835 protraendosi fino al 1838 si lasciò dietro decine di migliaia di morti in tutta la penisola, anche Vigevano ne fu colpita con un numero tuttavia non eccessivo di decessi.
Nel 1867 la malattia ricomparve e si diffuse in tutta Italia; a Vigevano la Giunta Comunale guidata dall’allora sindaco Pier Luigi Bretti in previsione di questo flagello e con l’aiuto della Commissione di Sanità aveva predisposto da tempo un piano di emergenza.
Presso l’Archivio Storico sono conservati gli atti consiliari di quel periodo, tra cui anche una relazione sommaria sullo stato di salute dei pazienti e del personale sanitario dei lazzaretti. Il 3 luglio si registrò il primo caso presso l’infermeria maschile dell’Ospedale Civico (l’odierno Municipio). Constatata la natura del morbo il medico capo Dottor Campari, che aveva già avuto modo di osservare i sintomi durante la precedente epidemia, fece trasferire il paziente presso un lazzaretto provvisorio allestito per l’occasione in un locale delle scuole infantili femminili (l’odierno Bussi). Nei primi giorni l’epidemia sembrava procedere a rilento ma già alla fine dello stesso mese di luglio tutti i letti disponibili erano occupati. Si optò per l’apertura di un secondo lazzaretto nel locale dell’istituto infantile maschile a S.Ignazio detto degli “ignorantelli”, dove ora sorge l’istituto delle Suore Domenicane.
Il personale preposto all’assistenza dei colerosi contava 20 persone tra cui il Dottor Carini e il Dottor Basletta medici rispettivamente del primo e del secondo lazzaretto aiutati dal Dottor Campari che prestò gratuitamente il suo aiuto, Don Giacomo Trumellini per l’assistenza religiosa, due suore supervisionate dalla Madre Superiora dell’ospedale e sette infermieri.
Per aiutare economicamente le famiglie colpite dal morbo, la Giunta pubblicò una sottoscrizione per i sussidi e riuscì a raccogliere in totale £ 2691.50 di cui £ 2041.50 provenienti da offerte private, le restanti giunsero dalla Provincia e dal Governo. Fortunatamente verso il 15 di agosto il numero dei ricoverati tendeva a scemare e al giorno 24 dello stesso mese non rimanevano che soli 4 colerosi in via di convalescenza.
Nella seduta consiliare datata 3 dicembre 1867 viene riportata una statistica numerica che prende in considerazione il periodo compreso dal 3 luglio al 18 settembre 1867; le persone colpite dal morbo furono 227 di cui 112 guarigioni e 115 decessi tra cui due infermieri del lazzaretto. Per lo straordinario lavoro eseguito vennero deliberati compensi straordinari per i medici e gli infermieri.
Si ringrazia Maria Teresa Bonomi per l’aiuto nella ricerca del materiale.
Testi consultati per la stesura di questo articolo (consultabili presso la nostra struttura):
Dino Rabai, La scintilla del progresso – Pier Luigi Bretti – Vita di un sindaco vigevanese dell’Ottocento attraverso i verbali del Consiglio Comunale e altri documenti pubblici, Vigevano, Società Storica Vigevanese, 2014
Rubrica curata dall’Archivio Storico di Vigevano