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Storie di Lomellina

IL FOSSALONE – VIGEVANO

Ancora estasiato e forse con un briciolo di adrenalina in corpo, per l’esplorazione sotto Vigevano, ho deciso di creare questo post per riassumere il nostro “viaggio” nel Fossalone.

Denominato così volgarmente, questo luogo era il vecchio fossato che seguiva le mura della città di Vigevano, precisamente ove oggi sorge Corso Cavour.

Attorno al 1800 era un vero e proprio fosso, dove l’acqua piovana e una risorgiva (a quanto pare), scorrevano verso il Naviglio Sforzesco. Con il passare degli anni e soprattutto con lo sviluppo demografico di Vigevano, questo corso d’acqua venne “nascosto” nel sottosuolo. Per accedervi abbiamo dovuto sfidare l’acqua, il fango e la paura… Grazie al Canoa Club di Vigevano e l’assessore Luigi Pigola, siamo partiti remando su canoe dal Ponte della Giacchetta, costeggiando Via Rocca Vecchia e la Cavallerizza, per poi entrare nella parte nascosta del Naviglio, sotto al Mercato Coperto.

Dopo qualche centinaia di metri sulle canoe, giunti sotto l’attuale OVS di Vigevano, ci siamo fermati, perché sulla nostra sinistra inizia un cunicolo… L’adrenalina si alza… una volta indossati gli stivali, le maschere e le protezioni, iniziamo ad incamminarci in un cunicolo, inizialmente fatto di cemento armato, che non ha molto da invidiare alle fogne cittadine. Ma metro per metro il cemento diventa un agglomerato di sassi e malta…il percorso sempre più difficile; Acqua, fango, ragni e topi sono i principali elementi di questo tunnel. Ad un certo punto sotto di noi compare una pavimentazione fatta di sassi, come se vi fosse un vero e proprio cunicolo… E pochi metri più avanti, il muro di sassi e malta cambia, divenendo una vera e propria volta di mattoni. Giriamo dietro una curva… una luce… C’è qualcosa davanti a noi… L’uscita… Ma la nostra felicità si va a schiantare contro 10 metri di acqua e sabbie molli! Abbiamo camminato per svariati minuti… eppure non sappiamo precisamente dove siamo…

Quello che è certo è che siamo in un luogo creato nel 1400… e ad oggi mai visitato. Non ci resta che tornare indietro… Abbiamo percorso un fosso, che un tempo era a cielo aperto, ed oggi nascosto da tutto e tutti… Abbiamo rischiato… si… perché attacchi di panico, zone in cui l’ossigeno sembra rarefatto, topi, acqua stagnante e chi più ne ha più ne metta, ci hanno severamente provato… Ma anche questo fa parte della ricerca storica… La voglia di scoprire, vedere qualcosa di nuovo o dimenticato… Non posso far altro che ringraziare Marco, Paolo, Luigi e Livio per questa esplorazione… Perché sicuramente non verrà dimenticata… E soprattutto, se volete avere un’idea di dove eravamo, non vi resta che guardare il video….

https://youtu.be/f2_t3nvXC8U

Rubrica curata da Simone Tabarini di storiedellalomellina.altervista.org

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