E’ interessante sapere che nel 1810, una pubblicazione Francese, parlava di Vigevano, narrando una leggenda oramai dimenticata.
Il libro che raccontava questa storia era stato scritto a Parigi, e secondo lo storico Ambrogio Basletta (nato a Vigevano nel 1849 e morto a Firenze nel 1919), tale leggenda veniva tramandata ancora di padre in figlio fino al 1915 circa. Basletta, maggiore dell’esercito, con la passione della riscoperta delle tradizioni locali, narra che la leggenda iniziava così…”alla mezzanotte e un minuto secondo del 31 dicembre di ciascun anno, piova o nevichi, sia sereno o fischi la raffica, splenda la luna in un cielo mite o il gelo intristisca i campi, fa tredici giri intorno alla vasta corte del castello una chioccia. Essa è seguita da undici pulcini pipilanti lamentevolmente. Tanto la chioccia quanto i pulcini sono d’oro massiccio: mentre la prima tiene, al posto degli occhi, due grossi brillanti, i secondi hanno invece piccoli rubini luccicanti come faville”.
A questo punto il racconto riportato dalla pubblicazione francese si fa avaro di particolari, si sa solo che colui avesse incontrato l’insolita famigliola, dopo aver recitato alcune frasi misteriose (ovviamente sconosciute!) si sarebbe trovato davanti ad un qualcosa di incredibili: la gallina d’oro si sarebbe trasformata in una donna dai capelli biondi, e gli undici pulcini mutare in paggi biondi. Inoltre il fortunato viandante, sarebbe diventato lo sposo della giovane donna, per di più ricco, perché ciascuno dei paggi, era in possesso di un segreto, per raggiungere un favoloso tesoro. Ovviamente inutile dire che di leggenda si tratta, visto che nessuno mai ha trovato la gallina d’oro e i suoi pulcini!
Rubrica curata da Simone Tabarini di storiedellalomellina.altervista.org