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L’ambiente può farci morire

Premessa numero uno: il titolo è volutamente esagerato. Premessa numero due: c’è comunque un fondamento di vero.

Giovedì scorso, in San Dionigi, si è tenuto il primo incontro con Monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo della diocesi Vigevano. L’argomento era proprio l’ambiente, o meglio, nel discorso (o catechesi, che dir si voglia) tenuto da Gervasoni, il punto focale era il rapporto che l’uomo ha con l’ambiente. «Vogliamo macchine, fabbriche ed impianti per realizzare diverse cose, ma poi rischiamo di morire asfissiati dall’aria inquinata. Bisogna avere un disegno, una progettualità, una consapevolezza delle conseguenze e delle reazioni. Chi vuole guadagnare non guarda l’ambiente, ha un atteggiamento egoistico volto solo ad assecondare i propri desideri. L’uomo modifica l’ambiente per stare meglio, e “lo stare meglio” oggi è, il più delle volte, avere più soldi».

Come dargli torto? Quest’anno abbiamo tutti, in qualche modo, pagato lo scotto delle misure restrittive sulla circolazione. Avevamo il PM10 alle stelle da più di 10 giorni e per questo non abbiamo potuto usare alcune categorie di veicoli (Euro 4 e diesel). Ora, io spero proprio che il fatto non abbia interessato solo i possessori di Euro 4 o diesel, e che non sia rimasto solo nell’elenco delle “scocciature” settimanali già dimenticate (tipo “che noia sto blocco del traffico”).

Ragioniamo. Per 10 giorni abbiamo respirato qualcosa che somiglia lontanamente all’aria. Per non parlare di quello che abbiamo inalato dopo gli incendi che si sono sviluppati nei mesi scorsi. Vogliamo quindi davvero continuare a sopravvivere o vogliamo adottare un comportamento che ci permetta di campare fino a 100 anni? No, non sto parlando a vanvera. Ripeto, ragioniamo. Usare la macchina ci fa comodo, lo so. Tenere la macchina accesa al passaggio a livello chiuso ci fa comodo, so anche questo.

Probabilmente il tasso di mortalità a causa del PM10 ha una percentuale bassissima. Però ce l’ha, ed è probabile che aumenti. Tutto ciò premesso, raccogliendo da atea convinta, la provocazione del vescovo, rilancio: se possiamo raggiungere un posto a piedi o in bicicletta, lasciamo a casa la macchina. E se proprio non ci è possibile, al passaggio a livello chiuso, spegniamo il motore, tanto non moriremo assiderati. Sono davvero piccole azioni, che magari non sembra possano portare a soluzioni o risultati.

Ma come recita la regola del “ad ogni azione corrisponde una reazione”, la scelta sta a voi: rispettiamo l’ambiente e viviamo di più, oppure freghiamocene, tanto prima o poi moriremo tutti.

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