Era Luglio… di qualche anno fa… Quando le risaie, ancora piene d’acqua, ospitavano un anfibio… Le Rane! Un piccolo animale, che diventava grande nella cucina locale. Ma prima di cucinarlo, si doveva catturarlo…
I più anziani ricordano bene quando in estate, sotto il sole rovente, muniti di canna da pesca, andavano a pescare le rane. Si iniziava cercando il “ranino” ossia una rana di piccola taglia da legare al filo di nylon, per attirare le altre rane più grandi…
Una volta posizionato nella maniera adatta, sulla canna rigorosamente di bambù si andava per fossi o risaie… E quando si catturavano le rane, le si metteva dentro alla sacca di tela legata alla cintura… Ma quante volte non abboccavano rane, ma bisce d’acqua?
Bei momenti… Si tornava a casa con la sacca piena… Si pulivano, tagliando la testa e le zampe, e rimuovendo la pelle… Una volta lavate erano pronte per essere fatte fritte “rustì” o in umido “pucia”…
Bei tempi… perché purtroppo l’agricoltura è cambiata… un po i diserbanti, un po i nuovi tipi di riso che non necessitano l’acqua, hanno fatto sparire questo piccolo anfibio… Purtroppo oggi, se vogliamo degustare questo tipico piatto Lomellino, non ci resta che andare in qualche trattoria, dove purtroppo le rane sono di allevamento…
Ma ci fa piacere ricordare… ricordare quando le persone munite di bicicletta, canna di bambù e sacchetta di tela, andavano a pescare le rane…
Rubrica curata da Simone Tabarini di storiedellalomellina.altervista.org