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Rotoballe in Castello

Rotoballe nel Cortile del Castello. L’idea è del vigevanese Oronzo Russo, artista dell’associazione Arte il Faro e l’obiettivo è quello di riavvicinare le persone alle cose comuni, alle tradizioni, di creare un filo diretto, in questo caso di paglia di riso, tra città e campagna.

L’istallazione “multisensoriale” sarà visibile sino al 5 novembre ed il titolo “Horus” rimanda al sole, agli astri, all’universo. Non entro nel merito dell’idea o performance artistica, ma vorrei condividere con voi un bellissimo pensiero scritto da un altro vigevanese, il professor, nonché scrittore Vito Giuliana. «Questi cilindri creati dalla meccanica entrano nel cuore della città e il prodotto della natura e dell’uomo diventa simbolo universale del sole nello spazio cosmico-monumentale del Castello Sforzesco. Nel passaggio dalla campagna alla città, dalla natura alla cultura, le rotoballe, presenze abituali del nostro territorio, si fanno segni inusuali da scoprire e reinventare. (…) Questa installazione vuole essere anche un invito a soffermarsi sulle cose che cadono quotidianamente sotto il nostro sguardo e che per questo, consumate dall’abitudine, perdono il loro senso autentico e la loro capacità di trasmettere sensazioni. Inserite in spazi e in ambienti estranei, inoltre, le picc0le cose di tutti i giorni offrono spunti di riflessione e guidano verso mondi più grandi e misteriosi. Così un umile elemento del panorama agricolo e della vita contadina acquista forza poetica e bellezza scenica».

Ebbene: quante cose diamo per scontato? Quanti piccoli oggetti, quante azioni, quasi automatiche, svolgiamo ogni giorno senza soffermarci a capire il loro vero significato e la loro importanza?

Pensate, per esempio, al “buongiorno” o al “buonasera” che si dovrebbe dire e dare quando si entra in un negozio. (Uso il condizionale proprio perché mi dicono che non tutti lo usano ancora). Ebbene, sono proprio le piccole cose che ci rendono persone educate, distinte, piacevoli. E sono proprio le piccole cose che dovremmo ricominciare ad amare, apprezzare e perché no, dovremmo anche consentirgli di sorprenderci. Anche oggetti quotidiani, come, nel mio caso un foglio ed una matita, per altri potrebbe essere una vite, un bullone, un batuffolo di cotone, un chicco di caffè, una stretta di mano, un filo di lana, potrebbero nascondere un bagliore, un’idea, una storia capace ancora di farci sorridere.

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